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La nudità, la
capigliatura, le scarpe, il corpo rilassato e tranquillo seduto in
poltrona, lo sguardo attento a chissà cosa, suscita curiosità e la
curiosità è la molla dell'eros.
[IMPEDIMENTO]
Stephen Dunn
Tranne
che per le scarpe la giovane donna è nuda su una sedia, e guarda
fuori
da una finestra spalancata, il volto messo in ombra dai capelli
castano scuro.
Appartamento? Albergo? Di fuori, la dura tetraggine di palazzi di
città.
Sono le undici di mattina, dice il titolo di Hopper,
tempo per lei di essersi vestita cento volte.
Sono le scarpe ad accennare al suo desiderio di vestirsi, e a qualche
grande impedimento.
I gomiti sulle ginocchia. Mani strette. La finestra verso cui si
sporge è senza tendine.
Non c'è motivo per cui si debba preoccupare di esser vista, o per
cui voglia mettersi in mostra.
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Undici del mattino
(1926)
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Hopper
è interessato alla composizione figurativa urbana e architettonica
in cui inserire un unico personaggio, solo e distaccato
psicologicamente, come se vivesse in una dimensione isolata.
una tavolozza
coloristica del tutto originale e riconoscibile, un uso della luce
così originale come non succedeva dai tempi di Caravaggio
gli infonde il gusto per la
descrizione degli interni ed un uso dell'inquadratura di tipo
fotografico
Questa
è una foto ispirata al dipinto sopra.
La luce sulla
spalla e l'arredo inesistente, mi spingono a fissare la fronte della
donna per carpire un minimo accenno di pensiero, di emozione. La
presenza di un letto rende la scena più inquietante della
precedente.
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Schizzo
a matita. La scena si muove. La brezza dalla finestra smuove i veli.
Un seno intravisto e il pube scoperto di un corpo più maturo,
creano aspettativa.
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ci
sono anche altri elementi del suo lavoro che sembrano aver poco a
che fare con la pittura pura, ma rivelano un contenuto spirituale.
C'è, ad esempio, l'elemento del silenzio, che sembra pervadere
tutti i suoi lavori più importanti, qualunque sia la loro tecnica.
Altro
momento di pausa. Il viaggio ha bisogno di un momento di
raccoglimento. Il libro, la bibbia, la guida, l'agenda.
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Hotel
Room 1931; Oil on
canvas, 60 x 65 inches; Thyssen-Bornemisza Collection |
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questa
"dimensione di ascolto", è evidente nei quadri in cui
compare l'uomo, ma anche in quelli in cui ci sono solo architetture. |
Summer
Interior; 1909; Oil on canvas, 24 x 29
inches; Whitney Museum of American Art, New York |
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Nelle immagini di
Hopper è presente un'incompletezza emozionale che richiede di
essere completata da un altro mezzo espressivo, la poesia appunto. |
Reclining
Nude 1924–27 watercolor
35.2 x 50.5 cm Collection of Whitney Museum of American Art,
Josephine N. Hopper Bequest |
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ha
saputo cogliere un momento particolare, quasi il preciso secondo in
cui il tempo si ferma, dando all'attimo un significato eterno,
universale |
Morning
Sun 1952;Oil on canvas,
28 1/8 x 40 1/8 inches; Columbus Museum of Art, Ohio |
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Il
suo interesse per il nudo, lo porta, poi, a frequentare dei corsi
serali di disegno, dove ha l’opportunità di studiare dal vivo la
figura umana. Nel 1924 sposa la pittrice Josephine Verstille Nivison,
che in seguito userà lo pseudonimo Jo N. Hopper.
Da quel momento in poi i due
saranno inseparabili e condivideranno un’esistenza semplice, un po’
solitaria e incentrata sulla pittura, per la cui ispirazione
compiranno frequenti viaggi attraverso la campagna americana |
A
Woman in the Sun 1961;Oil
on canvas, 40 x 60 inches; Whitney Museum of American Art, New York |
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Cape
Cod morning |
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"Hopper
insegue una comprensione soggettiva dell'uomo e delle sue
problematiche, che restano comunque inespresse e congelate in figure
anonime che non comunicano, in una vita stagnante e desolata, in
ambienti enormi dominati da un silenzio irreale".
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In
“Motel nel West” del 1957, una donna è seduta in uno studio. In
un angolo delle valige e fuori un’auto parcheggiata. La stanza è
spoglia ed essenziale, il paesaggio deserto è illuminato dalla luce
del mattino. Chi sta guardando la donna? Aspetta qualcuno? E’
appena arrivata o sta per partire? L’autore non fornisce alcun
indizio certo e lascia ogni interrogativo in sospeso |
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Il
mondo di Hopper si caratterizza attraverso l'assenza, attraverso
atmosfere vuote e silenziose, ambienti deserti e rarefatti, paesaggi
malinconici e solitari, trasmettendo così un’acuta sensazione di
solitudine esistenziale, ontologica e di invalicabile
incomunicabilità. |
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Viene
in mente la pittura metafisica di un De Chirico, della quale, però,
manca la struttura intellettualistica e il substrato culturale, la
tensione verso l'indagine del mistero oltre le apparenze: Hopper
pone i suoi personaggi al centro di una vicenda senza esito, in una
realtà cristallizzata, nel contesto irreale di un non-luogo nel
quale l'incomunicabilità è espressa dagli spazi vuoti fra le
figure, dal ridotto cromatismo che esplode a tratti, qua e là. |
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Jo
Sketching at Good Harbor Beach 1925–28
watercolor 35.2 x 50.8 cm Collection of Whitney Museum of American
Art, Josephine Hopper Bequest |
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...
Prendi questo giorno, amata
Tutto questo giorno è tuo.
Lo do hai tuoi
occhi, amor mio,
lo do al tuo seno,
te lo lascio nelle mani e nei capelli,
come un mazzo celeste.
Te lo do perché ne faccia un vestito
d'argento azzurro e d'acqua;
quando arriverà
la notte che questo giorno inonderà
con la sua rete tremante
distenditi vicino a me,
toccami e coprimi
con tutti i tessuti stellati
della luce e dell'ombra,
e chiudi allora i tuoi occhi
perché io m'addormenti.
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Questa
immagine è dentro di me. è la fidanzata che viene
all'appuntamento. E' la gioia piena di apprensione. E' il nuovo che
si manifesta. |
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Inizia
a dipingere soggetti legati alla vita quotidiana, poi alla realtà
urbana dei primi anni Trenta quando la crisi economica del ‘29 e
la sconvolgente disoccupazione avevano travolto le antiche certezze
del sistema capitalistico, cancellando il tradizionale ottimismo
americano nell’avvenire cui era subentrato un diffuso sentimento d’incertezza
e d’angoscia esistenziale. Ne deriva una percezione malinconica
della vita che gli appare come svuotata e priva d’interessi, una
dimensione monotona, popolata da individui indifferenti e alienati
in una persistente incomunicabilità |
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Nelle
sue tele compaiono frequentemente figure femminili, dalle quali
emana una sensualità sottile e inconsapevole, come in “Compartimento
C, carrozza 293 |
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New York Office (1962)
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il
suo modo preferito di dipingere finalizzato alla rappresentazione
realistica dell’uomo nel suo ambiente attraverso il raffinato contrasto
di luci e di ombre e la minuziosa descrizione degli interni che
aveva già ammirato nella pittura di Degas |
New
York Movie 1939; Oil on
canvas, 32 1/4 x 40 1/8 in; The Museum of Modern Art, New York |
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