Germaine de Stael
il viaggio in italia di Madame de Stael
UNA DONNA UN MISTERO
Madame de Staël Signora dei salotti, sedusse e tramò per ambizione politica Nel 1786 sposò un diplomatico svedese Furono suoi amanti Talleyrand e Narbonne
Il matrimonio fu un accordo internazionale, negoziato per più di un anno tra la corte francese e quella di Stoccolma, controfirmato da Maria Antonietta Era di media statura, grassottella e tozza Ma la sua intelligenza riusciva a conquistare chiunque le parlasse Girava il detto che ormai nel mondo c' erano tre grandi potenze: l' Inghilterra, la Russia e lei
La prima grande rivoluzione femminile scoppiò in Francia nella
seconda metà del Settecento. I suoi moti e le sue battaglie per il
potere si svolsero prevalentemente nelle alcove, nei boudoir e nei
salotti di Parigi. Germaine Necker, meglio nota come baronessa di
Staël-Holstein, è certamente erede delle straordinarie signore che
dominarono la vita culturale francese prima della Grande
Rivoluzione. Geniale esploratrice Tenne un salotto che fu
frequentato dai maggiori personaggi del suo tempo, ebbe molti
amanti, fu instancabilmente «intrigante» e si servì del suo
fascino per soddisfare insaziabili ambizioni politiche. Ma nel
panorama femminile dell' epoca fu una figura nuova, una singolare
combinazione di talento letterario e intuizione politica. Mentre le
grandi dame dei salotti parigini appartengono prevalentemente alla
storia culturale e sociale dell' «Europa dei lumi», Germaine fu
qualcosa di più: una buona scrittrice, una geniale esploratrice di
costumi e tradizioni nazionali, una coraggiosa «militante»
politica, una grande liberale. Verso la fine dell' era napoleonica
si diceva scherzosamente nei salotti europei che vi erano ormai nel
mondo tre grandi potenze: l' Inghilterra, la Russia e Madame de Staël.
I Necker erano ginevrini. Arricchitosi come banchiere, Jacques
divenne direttore generale delle Finanze di Luigi XVI, acquistò una
immensa popolarità e fu per più di dieci anni una sorta di guru
finanziario europeo. Germaine crebbe nel culto del padre, ebbe per
lui sentimenti quasi incestuosi e si spinse sino ad affermare, con
candida impudicizia, che era l' uomo di cui avrebbe voluto essere
sposa. A vent' anni, nel 1786, divenne moglie di un diplomatico
svedese. Ma piuttosto che di matrimonio converrebbe parlare di un
accordo internazionale, negoziato per più di un anno tra la corte
di Parigi e quella di Stoccolma. Profondamente convinti che Germaine
meritasse di essere trattata come una sovrana, i Necker fissarono le
loro condizioni: chiesero che il genero fosse nominato ambasciatore
di Svezia a Parigi «vita natural durante», che l' eventuale
perdita dell' ambasciata fosse compensata con un vitalizio di 20.000
sterline francesi annue, che la figlia non fosse costretta a
risiedere a Stoccolma, che il contratto di nozze fosse controfirmato
da Maria Antonietta, regina di Francia. Gustavo III, re di Svezia,
accettò, ma pretese a sua volta che la Francia gli garantisse il
possesso di una piccola isola delle Antille.
Fu così che il 14
maggio 1786 Germaine Necker e Eric Magnus, barone Staël de Holstein
divennero marito e moglie nella cappella luterana dell' ambasciata
di Svezia. Un anno dopo nacque Edwige-Gustavine. Ma fu la sola, tra
i figli di Germaine, che potesse venire attribuita, con qualche
ragionevole certezza, al diplomatico svedese. Gli altri nacquero
dalle sue relazioni con Talleyrand, Narbonne, Benjamin Constant, e
dopo la morte del marito, dal matrimonio con un ufficiale svizzero,
Rocca, di 23 anni più giovane. Era dunque così bella? Era di media
statura, alquanto grassa e tozza. I ritratti, spesso lusinghieri se
non addirittura adulatori, ci restituiscono un volto paffuto con
labbra carnose e un grande naso. Sulla testa portava quasi sempre un
turbante da cui spuntava una corona di riccioli neri. Le sue doti
maggiori erano gli occhi scintillanti, e soprattutto il petto, le
braccia e le spalle, che le scollature dei suoi vestiti offrivano
generosamente agli occhi degli ammiratori. Un americano, amico di
Franklin e di Jefferson, il «Gouverneur Morris», disse di lei «Sembra
una cameriera». Agli occhi di Madame de Charrière era
semplicemente «brutta». Ma per uno dei suoi migliori biografi,
Chistopher Herold, «brutta o no, non c' è dubbio che fu attraente,
e che dopo cinque minuti di conversazione il problema della bellezza
fisica non si poneva più. Seduceva non i sensi, ma la sensibilità
degli uomini; nessuno che si accostasse a lei sfuggiva del tutto a
quel fascino». La sua notorietà nel mondo della politica europea
risale alla rivoluzione e cresce col ritmo degli eventi
rivoluzionari. La moglie dell' ambasciatore di Svezia gode dell'
immunità diplomatica, presiede uno dei maggiori salotti della
capitale e, come usava dire allora, ha un «diritto di sgabello» a
corte. È sempre in prima fila, informata di ciò che accade dietro
le quinte, regista di improbabili piani per la fuga della famiglia
reale, desiderosa di lasciare il suo segno sulle pagine storiche che
la Francia sta scrivendo in quegli anni. Quando Bonaparte, nel 1797,
torna dall' Italia e fa il suo trionfale ingresso nella vita
politica francese, Germaine lo accoglie con entusiasmo e spera forse
che il giovane generale raddrizzi con una costituzione liberale il
corso degli eventi. Napoleone la tratta con freddezza e diffidenza.
A una domanda di Germaine («Chi è la donna più grande, fra tutte
quante, le viventi e le morte?») risponde sarcasticamente, con una
battuta casermesca: «Quella che ha messo al mondo più bambini».
L' ammirazione e la fiducia di Madame de Staël durarono sino alla
fine del Direttorio. Allorché Napoleone divenne Primo Console e
proclamò, con la costituzione dell' Anno VIII, la sua dittatura,
Germaine scivolò gradualmente all' opposizione e fu da allora una
spina nel fianco del potere. Ma il gesto giovò alla sua fama
politica ed ebbe favorevoli effetti per la sua attività letteraria.
L' esilio, a cui fu costretta, divenne occasione di viaggi che
fecero di lei, con grande anticipo sull' evoluzione della cultura
europea, una sorta di antropologa culturale. In un romanzo d'
ambiente italiano (Corinne ou de l' Italie) disegnò un profilo
della penisola e dell' amore femminile. Nel suo libro sulla Germania
(De l' Allemagne) colse la natura del Romanticismo tedesco e
contribuì alla sua diffusione in Europa.
Sotto sorveglianza
Napoleone, nel frattempo, la tratta come un' avversaria e la affida
alla sorveglianza di Fouché, ministro della Polizia, che le
proibisce di allontanarsi dalla sua casa svizzera di Coppet, nei
pressi di Ginevra. Ma nel 1812, dopo avere sposato Rocca, Germaine
fugge e riappare, con grande stizza dell' imperatore, in Svezia, in
Russia, in Inghilterra. È angosciata dalla vecchiaia, ma ancora
instancabilmente impegnata a concepire disegni politici per la
Francia e l' Europa. Dopo Waterloo e il ritorno dei Borbone sul
trono, si precipita a Parigi e riprende possesso del suo vecchio
salotto. Non appena la capitale apprende che Napoleone è fuggito
dall' Elba e sta attraversando la Francia a marce forzate, Germaine
si rifugia ancora una volta nella sua casa di Coppet. Tornerà dopo
Waterloo e riporrà qualche prudente speranza nelle intenzioni
liberali di Luigi XVIII. Ma ne sarà rapidamente delusa. Gli ultimi
anni furono segnati dai lutti e dalle malattie. Perdette il suo
secondo figlio, Albert, e il suo secondo marito, Rocca. Ma questo
non le impedì di dedicare i suoi ultimi mesi a un grande saggio
della rivoluzione francese (Considérations sur les principaux événements
de la Révolution française) che apparve postumo nel 1818 ed è,
con l' opera di Tocqueville, una delle maggiori opere liberali sugli
avvenimenti di quegli anni. Morì a Parigi nel 1817, ma venne
sepolta nel tempietto neoclassico del parco della casa di Coppet in
cui erano conservati il corpo del padre e quello imbalsamato della
madre. Si ricompose così, nella morte, la trinità che Napoleone,
con ironia non priva di ammirazione, aveva descritto con queste
parole: «Quella di Madame de Staël è veramente una famiglia
strana: padre, madre e figlia inginocchiati l' uno davanti all'
altro in adorazione perpetua, e si affumicano di reciproco incenso a
edificazione e mortificazione del pubblico». IL PERSONAGGIO Da
Parigi in viaggio per l' Europa La pioniera del Romanticismo Anne
Louise Germaine Necker nasce a Parigi nel 1766. Suo padre è Jacques
Necker, banchiere ginevrino, ministro delle finanze di Luigi XVI.
Nel 1786 sposa Erik Magnus di Staël-Holstein, ambasciatore di
Svezia a Parigi, e diventa baronessa. Nella sua casa parigina di rue
de Bac anima un famoso salotto politico e letterario. Frequenta
filosofi e intellettuali, lei stessa scrive romanzi e trattati.
Ostile a Napoleone, lascia la Francia nel 1800. Ritornerà nel ' 14.
Dopo un viaggio in Italia, pubblica il romanzo Corinna (1807) che le
dà notorietà in tutta Europa. In Germania conosce i fratelli
Schlegel, Goethe e Schiller. Pioniera del Romanticismo nei paesi
latini - suo il manifesto romantico Della Germania (1810), che
suscitò le ire di Napoleone -, si deve ad un suo articolo del 1816
(Sulla maniera e l' utilità delle traduzioni), pubblicato sulla
Biblioteca italiana, l' insorgere, in Italia, della polemica tra
classicisti e romantici. Muore a Parigi nel 1817. - Romano Sergio
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(5 agosto 2002) - Corriere della Sera