la poesia e kandinsky
8. Kandinsky e la poesia (
Cesare Badini)La riflessione teorica di Kandinsky ha prodotto molti scritti, seguendo numerosi e vari filoni che pur nella loro eterogeneità sono legati da un "necessario" filo rosso. Apparentemente lontani sono i saggi giuridici e antropologici, mentre sicuramente più valide e coerenti alla prassi pittorica risultano le riflessioni estetiche, programmatiche e di critica artistica quali Dello spirituale nell'atte e Punto e linea nel piano. Ancor più pertinenti risultano la composizione di sceneggiature e la passione per una produzione letteraria poetica. Per Kandinsky dipingere e scrivere sono attività simili.
Nello Spirituale nell'arte Kandinsky dedica al colore pagine densamente poetiche: "il silenzio gravido del bianco: un silenzio che improvvisamente riusciamo a comprendere. IL la giovinezza del nulla, o meglio un nulla prima dell'origine, prima della nascita. Forse la terra risuonava così, nel tempo bianco defl'era glaciale; e il tragico silenzio del nero: come un nulla senza possibilità, come la morte del nulla dopo che il sole si è spento, come un eterno silenzio senza futuro e senza speranza, risuona dentro di noi il nero" (vedi il capitolo Il colore in Kandinsky).
Sono parole come queste che rivelano "una qualità poetica nel suo modo di associare colore e parola che va oltre la mera rielaborazione ed è affine alle equivalenze visionario tra vocali e colori di Rimbaud o a quel suono del colore che Mallarmé sapeva riconoscere". La lingua in cui si esprime con le maggiori raffinatezze letterarie e con la maggiore padronanza e sicuramente il russo. Tuttavia l'artista "nomade" e "internazionale" entra in contatto con altre realtà linguistiche e apprende il tedesco e il francese. Anche se purtroppo nella traduzione parte di questa musicalità viene perduta, la parola si presta con grande flessibilità e con la sua potenzialità evocativa sonora a illustrare lo "spirituale dell'arte". Si potrebbero individuare i suoi precedenti letterari nella poesia tardo-simbolista, sulla scia della grande produzione letteraria francese di Baudelaire, Rimbaud e Verlaine senza escludere i versi del poeta russo Blok ("Tutto è colore e musica e non felicità o tradimento / Gioia e dolore risuonano come una sola melodia"), versi che dichiarano il predominio del ritmo sonoro e luminoso sul quale si fonda l'astrattismo.
E' interessante inoltre ricordare che Kandinsky annovera tra i precursori Dante Gabriel Rossetti, poeta simbolista e pittore preraffaellita, ma più significativi sono i rapporti con i coevi poeti tedeschi. Tramite fi disegnatore Alfred Kubin, di cui ammira il demoniaco mondo figurativo e la virtuosistica grafia, Kandinsky instaura un rapporto di profonda amicizia con i poeti simbolisti tedeschi Karl Wolfskehel e soprattutto Stefan George (1868-1933). Con questi poeti condivide la polemica antimaterialistica e antinaturalistica e ha modo di discutere del ruolo del poeta come sacerdote di una nuova mistica proteso a creare versi solenni e sintetici, di grande magia evocativa. L'osservazione simbolica della natura trae probabilmente spunto anche dall'opera di Maurice Maeterlinck (scrittore belga di lingua francese, premio Nobel nel 191 1), ma nella complessità delle fonti si possono individuare anche influenze del mistico medievale Gioacchino da Fiore (1 130 c. - 1202 c.). La poesia è un "genere" che Kandinsky frequenta per tutta la sua vita, con significativi momenti agli inizi del secondo decennio, a Monaco, e intorno al 1936, a Parigi, in coincidenza con un ripresa intensa della produzione grafica.
Nel 1913 Kandinsky pubblica la sua più celebre raccolta di poesie: Suoni (Zviíki in russo e Mdiige in tedesco, Résonaiices in francese), 38 poesie in versi liberi ispirati alle sensazioni e alle immagini della natura, accompagnate da 55 xilografie in bianco e nero e a colori. Le poesie in prosa sono pervase da risonanze, echi, effetti sonori, alogismi e onirismi. Afferma Kandinsky: "Non volevo altro che creare sonorità. Ma esse si formavano da sé. Ecco la designazione del contenuto, dell'intemo." "Ogni parola pronunciata è costituita da tre elementi: 1) da una rappresentazione puramente concreta o reale (per esempio il cielo, un albero, l'uomo); 2) da un suono che si potrebbe dire fisico, ma che non si presta a una definizione verbale chiara (si può esprimere come agiscono su di noi le parole 'cielo', 'albero', 'uomo'?); 3) da un suono puro, poiché ogni parola possiede la propria sonorità, peculiare a essa soltanto." Anche il silenzio svolge un ruolo importante: "Tra le qualità nuove dell'uomo, dobbiamo saper apprezzare la sua crescente capacità di sentire un suono nel silenzio."
Come pittore Kandinsky afferma che il punto geometrico è "l'unico legame tra silenzio e parola" e come pittore tratta il piano come una pagina, in cui la dinamica della scrittura e della lettura vanno da sinistra in alto a destra in basso. Un riflesso di tale processo è rappresentato dalla cura della titolazione (vedi fi capitolo La forma in Kandinsky) che spesso raggiunge esiti poetici.
La produzione poetica sembra essere stata apprezzata dai contemporanei. Agli inizi del 1913 nell'almanacco-manifesto dei cubo-futuristi i ussi Schiaffo al gusto delpubblico, apparvero, sebbene senza H consenso di Kandinsky, quattro sue poesie in prosa dalla raccolta Suoni: Gabbia, Vedere, Perché?, Basso. Alcune sue poesie furono lette da Hugo Ball alle serate dadaiste del Cabaret Voltaire di Zurigo, accolte dal pubblico con "urla predadaiste"; sempre secondo Ball, Kandinsky rappresenta per primo in poesia processi puramente spirituali: con mezzi semplici crea un movimento, uno sviluppo, colori e toni, cimentandosi in una purificazione del linguaggio.
Vuoto, poesia di Kandinsky sinistra, in alto nell'angolo, un puntolino. destra, nell'angolo in basso, altro puntolino. E al centro niente di niente. E niente di niente è tanto, tantissimo. In ogni caso assai più di qualcosa |
Il surrealista Hans Arp, a proposito delle xilografie che accompagnano Suoni, osserva che non sono illustrazioni dipendenti dalle poesie e sostiene che Kandinsky appartiene a quella schiera di artisti che "creavano direttamente dalla loro gioia più intima, dalla loro sofferenza più personale, linee, piani, forme colori, composizioni autonome. Kandinsky è stato uno dei primi, anzi certamente il primo, a essersi coscientemente applicato a dipingere immagini e, come poeta, a scrivere poesie che a esse corrispondessero". Qualche osservazione si potrebbe fare nei riguardi di eventuali rapporti con le coeve "parole in libertà" futuriste e la "scrittura automatica" dadaista e surrealista. Non sembra facile istituire e individuare legami con la poesia visiva preconizzata dai futuristi. Nella poesia di Kandinsky solo le corrispondenze dei colori suoni nello spazio presentano affinità con la disgregazione della grammatica e della sintassi attuata dai futuristi, senza tuttavia acquistarne la dinamicità. Per quanto riguarda dadaismo e surrealismo, coscientemente diversa sembra essere la posizione di Kandinsky. L'artista rifiuta il mondo onirico di impronta erotica dei surrealisti, mentre con il dadaismo qualche affinità potrebbe riscontrarsi nel comune impiego dell'assurdo e del non-senso, ma Kandinsky non vuole semplicemente distruggere e negare, vuole invece costruire, creare un nuovo mondo percettivo non-oggettivo e "concreto".