di Umberto Galimberti
Nel Disagio della civiltà Freud scrive:
"Umanità ha sempre barattato un po' di felicità per un po’
di sicurezza"
Qual è
Il senso? Mi aiuti a capire, se possibile. Qual è Il senso della coppia? Che
cosa significa Innamorarsi? Esiste l'amore, oppure è un nume che si attribuisce
a una serie di stati d'animo e di proiezioni? Solitudine, passione,
Incomprensione, Indifferenza, sessualità, erotismo ... ? E li matrimonio?
Esistono dei matrimoni riusciti, cioè nel rispetto di se stessi e dei proprio
coniuge? Reali In ogni Istante e non nel ricordo di una condivisione passata o
di una idealizzazione dei presente o, ancor peggio, allenati dalla routine e
assopiti dalle responsabilità sociali (lavoro, figli, ruoli coniugali ... )?
Guardandomi Intorno, osservando le relazioni sentimentali di amici e conoscenti,
e sulla base di esperienze personali, mi sembra di poter constatare che una
relazione è più o meno duratura nella misura In cui ci si alterna a
'rincorrerei uno o l'altro membro della coppia. Fino a quando uno dei due sfugge
e 'tradisce' l'altro, dedicandosi a proprie passioni e progetti, la coppia ha
una speranza di vita. La relazione vive nell'alternanza di tradimento e ritorno
all'altro. Ma se al ritorno si è irriconoscibili? Come disse Nietzsche "i
diversi mari e zone di sole ci hanno mutati'. E allora: la promessa di fedeltà
eterna su cui si basa Il matrimonio cristiano, che valore ha se l'uomo, per
essere degno a se stesso, deve navigare mari lontani e sempre diversi? La mia
razionalità mi dice che ogni esperienza mi rende diversa e la mia diversità
spesso richiede compagni di viaggio differenti, ma il mio cuore è costantemente
straziato dal lutti di cui devo soffrire. è possibile conciliarli? E
soprattutto è possibile godere pienamente di un amore pur sapendo che nel
momento In cui nasce si avvia Inesorabilmente alla sua morte? Dov'è l'errore di
fondo nelle relazioni che Instauriamo se per farle vivere pienamente abbiamo
bisogno di considerarle interminabili? Mi scuso per la quantità dì domando che
le rivolgo ma la lotta tra ragione e sentimento è così lacerante che mi rendo
debole e confusa. Se può Indirizzare su questi quesiti una luce di verità, che
gli attribuisca un significato, mi aiuterebbe a trovare un senso laddove Il
senso, mi pare dì constatare, non esiste.
Emanuela - Genova
Il
problema che lei solleva non è, come potrebbe sembrare, un problema da
adolescenti, ma un problema molto serio: si tratta niente di meno che della
dialettica lo/Noi, perché ogni volta che siamo in relazione con l'altro,
mettiamo in atto anche il nostro desiderio di non annullarci nell'altro.
Vogliamo essere con l'altro, ma nello stesso tempo, per salvare la nostra
individualità, vogliamo non esserci completamente. Di qui quell'esserci e
non-esserci, quel rincorrersi e tradire, che fa parte della relazione amorosa.
Perché l'amore è una relazione, non una fusione. Se infatti non esistessimo
come individualità autonome, non solo non potremmo incontrare l'altro e
metterci in relazione, ma non avremmo neppure nulla da raccontare all'altro fuso
simbioticamente con noi. Quando lei o lui iniziano un viaggio fuori dal
"NOI" e che prescinde dal "NOI" solo per i precetti
religiosi, tradiscono, in realtà salvano la loro individualità dall’abbraccio
mortale del "Noi" che non emancipa, non consente né arricchimenti, e
neppure parole da scambiare che non siano già dette o già sapute prima che
siano pronunciate. Tutto
questo per dire che l'amore non è possesso, perché il possesso non tende al
"bene dell’altro" né alla lealtà verso l'altro, ma solo al
mantenimento della relazione che, lungi dal garantire la felicità, che è
sempre nella ricerca e nella conoscenza di sé, la sacrifica in cambio di
sicurezza. Siamo in due, non sappiamo più chi siamo, ma siamo insieme ad
affrontare il mondo. Due esistenze negate, ma tutelate. Amore è cosa difficile,
perché sempre ci si confonde e non ci si chiarisce se si ama l'altro o
si ama la relazione, sé sì soddisfa il nostro bisogno di sicurezza o il nostro
bisogno di felicità. Oppure si vuole la felicità. ma non i suoi costi, e in
alternativa si vuole la sicurezza, ma non la sua noia. Amore è un gioco di
forze dove si decide a quale dio offrire la propria vita: al dio della felicità
che sempre accompagna la realizzazione di sé, o al dio della sicurezza che
molto spesso si affianca alla negazione di sé. Una cosa però è certa che
nella relazione, nel "NOI" non ci si può seppellire come in una
tomba, ogni tanto bisogna uscire se non altro per sapere chi siamo senza di lei
o di lui Solo gli altri, infatti, ci raccontano le parti sconosciute di noi. Gli
altri se li lasciamo parlare, senza soffocarli con il nostro bisogno di conferme
che di solito, sbagliando, siamo soliti chiamare bisogno d’amore.