COS' E' IL PIACERE DELLA DONNA?
Repubblica — 31 ottobre 1996 pagina 19 sezione: SALUTE
Quando le
donne hanno cambiato idea sulla sessualità, si sono svincolate
dall' obbligo della riproduzione, hanno scelto di non avere figli e
di fare contraccezione, quando si è cominciato a parlare di piacere
femminile, tante donne si sono unite insieme per parlare della loro
sessualità. C' era allora una idea forte quella di scoprirsi da
sole e di intraprendere una guerra tra i sessi che portasse ad uno
scontro culturale. Il pene diventava un nemico dimenticato, non si
trattava solo di sottrarsi o di accettare la sessualità, ma c' era
un fervore di idee e di parole per una cultura nuova. Parole chiave
come mestruazioni, contraccezione, orgasmo clitorideo, preliminari,
giochi sessuali, diventavano i nuovi punti di riferimento della
sessualità femminile. E' in questo clima che nasceva la
consultazione sessuologica, nello spazio dei consultori, nei
collettivi, un ascolto percorso dall' ideologia, ma importante per
provare a leggere la sessualità con delle attenzioni diverse. Negli
ultimi anni le donne sono tornate dentro un processo confuso di
solitudine e di competizione: competizione tra donne per la
conquista di un maschio da amare e con cui fare un progetto,
competizione tra donne nel sogno di essere belle e desiderabili in
ogni età e spaventate dal non saper raggiungere la qualità
desiderata del piacere sessuale. Parlare tra donne, parlare con
professionisti, porre domande che sperano in una spiegazione sulla
propria difficoltà sessuale o impossibilità sessuale, raccontare
la lentezza dell' eccitazione e lo stacco improvviso dalle emozioni
durante l' atto sessuale, parlare della fatica di raggiungere la
lubrificazione e di realizzare l' atto sessuale, di saper
partecipare e raggiungere il piacere, di questo le donne parlano
nella consultazione. Una donna che consulta individualmente, cerca
di raccontarsi con le emozioni e il disagio, le donne hanno molto
piacere nel raccontare e a poco a poco, si presenta il percorso
della sessualità in cui restano come problemi più grandi la paura
di non essere una vera donna, la sfortuna di non aver saputo
scegliere il partner, la rabbia per il comportamento degli uomini,
la paura della violenza e dell' essere sfruttate e l' atteggiamento
di chi accetta tutto per una regola del vantaggio o fa prestazioni
per ottenere tregua e potere. Si possono fare prestazioni anche nel
matrimonio religioso quando non si comunica con il nostro corpo alla
persona amata, non si parla con la comunicazione corporea, ma si
fanno prestazioni sessuali, per fare contento l' altro. La donna che
si incontra nella consultazione è sospesa tra sentimenti antichi e
atteggiamenti moderni, spesso ha ancora dentro di sé il modello
dell' uomo forte e teme e desidera l' uomo debole, non possiede se
non raramente il proprio corpo genitale, il piacere della fertilità
come risorsa e della vagina come spazio dell' incontro, non sa
ancora se riuscirà nell' incontro sessuale a lasciare la timidezza
di un corpo mostrato per stare all' interno del suo corpo pelle,
delle mucose e assaporare il piacere che il corpo è capace di dare.
Gestisce male anche il proprio rifiuto consapevole inconsapevole
della maternità, oscilla tra donna e bambina, ancora confonde i
canali privilegiati della sua identità: il pensiero femminile, il
corpo e il sesso femminile, i simboli della sterilità e della
procreazione, il bisogno di potere e il desiderio di sottomissione.
IL CORPO ETICO Questo corpo femminile che ama il buio o la penombra,
la mano del maschio a cui viene dato il potere di sentire i difetti
della pelle e il velo che il tempo segna sulla muscolatura. Questo
corpo dell' esibizione così stanco di sé stesso, all' affannosa
ricerca di un equilibrio difficile tra bisogno di sicurezza e ansia
di controllo. Questo corpo sfinito dalle diete, percorso dall' ansia
dell' estetica, questo sguardo femminile critico che si mette in
gioco. Tutto ciò allontana dal corpo etico inteso come corpo che
segna l' essere una persona, un corpo che è buono sopra e sotto la
cintura, che si mostra nel suo rappresentare la donna che lo porta e
che è il corpo del baciare, del carezzare, del piacere che si cerca
per se stessi e per quello che si incontra nella sessualità. Perché
il piacere è prima che un diritto un dovere, una ricerca di
consenso alla propria sensazione di pienezza e di attaccamento a
questo corpo che segna il nostro passaggio nel mondo e attraverso
spazi aspri e pungenti permette di desiderare un sogno di riunione
antico che mostra il bisogno segreto che ognuno di noi porta con sé.
' NON PROVO NIENTE' Sono qui, nel silenzio del mio corpo le
sensazioni quasi un' eco lontana, sono come un corpo addormentato
che non riesce a svegliarsi. Le Belle Addormentate aspettano il
bacio del cavaliere che le porterà alla vita e non sanno che la
loro indifferenza, il loro dormire, più che un atto di resa è
spesso un atto ostile, un desiderio di frustrare l' altro. Non sento
nulla è anche il grido di chi avverte la paura e il dolore del
silenzio del corpo. Ci sono tanti No che vanno gridati, prima che si
possa dire Sì alle sensazioni che arrivano e che ci prendono. Non
si provano sensazioni ed emozioni per l' ostilità che si prova
dentro e/o per paura, per il bisogno di stare fuori da ciò che
ricordiamo più come dolore che come piacere. Non si sente nulla per
restare fuori dal mito doloroso della fusione, dell'
essere
completamente raccolti e capiti e dal rischio disgregativo della
successiva perdita. Si lavora sull' autostima, sul riconoscersi una
funzione autonoma di maternage e di protezione. Il Super Io
dispotico che rimprovera e minaccia la disgregazione e il Grillo
parlante interiore che con la voce continua della saggezza
pedagogica impedisce di stare all' interno dei piaceri e delle
emozioni, viene a poco a poco placato attraverso un rinforzo dei
comportamenti di autotutela. Si guarda poi al corpo, alla sua
capacità di essere nelle emozioni, nel respiro, nel movimento del
bacino e della colonna vertebrale; si prendono in esame i rimproveri
e le fughe-aggressioni nelle quali non si è mostrato competenza
nella storia passata. E' un cammino più lungo di altri perché
richiede un' uscita dalla paura del futuro e di essere compromesse
nella relazione con l' altro che spesso è legato a tutta la storia
della persona e non solo alla sessualità. ROBERTA GIOMMI e MARCELLO
PERROTTA Istituto Internazionale di Sessuologia Firenze - di
ROBERTA GIOMMI e MARCELLO PERROTTA