Lucciola
Con
questo termine si fa riferimento alla prostituta (chi offre
prestazioni sessuali a scopo di lucro) alta quale in Italia sono
stati dati appellativi più o meno coloriti e pesanti a livello
nazionale o locale. Alcuni esempi sono:
sgualdrina, mignotta, passeggiatrice, donna di malaffare, donnaccia,
donna di strada, marciapiedista, squillo, peripatetica, battona,
cortigiana, baldracca, bagascia, marchettara.
Per offendere pesantemente una donna spesso la si definisce una
prostituta, utilizzando i suoi sinonimi più volgari quali:
puttana (il più comune a livello nazionale, probabilmente
originario da putto, in quanto nella maggioranza dei casi il
rapporto portava ad una figliolanza), troia (di origine contadina;
propriamente: femmina di maiale destinata alla riproduzione),
zoccola, maiala (termine d’uso in Toscana). Lucciola è uno dei
termini meno offensivi che le è stato attribuito. Per via della
luce degli accendini che si intravedono ai bordi dell strade, la
prostituta è stata associata all’animale notturno che nel periodo
dell’accoppiamento (tarda primavera-inizio estate) emette
intermittenti segnali luminosi. Ancora più poetica è l’origine
dell’appellativo "bella di notte" paragonata al fiore
che allieta le notti estive delle lucciole così come la prostituta
conso!a, per così dire, gli uomini "insonni".
la leggenda del fiore più bello si perde nella notte dei tempi. Si narra che tanto tempo fa, un pianto notturno lungo e sommesso, che si ripeteva a lungo, spinse la luna a scendere sulla terra per trovarne la fonte. Trovò accanto a un pozzo, ai margini del bosco, una lucciola di nome Lumil. Si trattava del principe delle lucciole che era rammaricato perché con l’avvcinarsi della primavera il suo popolo avrebbe cominciato a vagare per prati e giardini, illuminando le calde notti, senza trovare una corolla dischiusa ad attenderli. lì suo sogno, come ogni lucciola da quando nasce, era di uscire di casa, volare in un prato e trovare, almeno per una volta, un fiore dischiuso ad attenderlo per potervi posare sui suoi petali. Così la luna presa a compassione decise di aiutarlo. Si strappò una ciglia, la prese tra le mani e la posò a terra al fianco di Lumil. Come d’incanto dalla terra cominciarono a spuntare foglie che germogliarono e d’improvvso una gemma si schiuse mostrando un bel fiore giallo e fucsia. Da allora fu il fiore delle lucciole ed ebbe nome Lumil, che significa "colui che rende bella la notte".
Prostituta son io, entro nei sogni altrui, cancello gli incubi, traccio arcobaleni multipli e bellissimi.
Non chiedo niente in cambio, solo la mia tariffa stabilita.
Non coinvolgetemi affettivamente: non mi innamoro del cliente.
Non trascinatemi nella vostra follia, ché ho già da alimentar la mia.
Prostituta, e non puttana: la mia dignità è solida come la roccia di un vulcano.
Non provate a prendermi per mano.
Nulla concedo alle vostre voglie di passar per vero quello che è solo finzione di schiavitù, perversione a tassametro. Sono un istrione, ma grande, che neanche lo sapete immaginare.
E decido dove si va e quando si smette
Puttana, troia, meretrice, prostituta, passeggiatrice. In quanti modi si può dire "bagascia".
Il modo più bello è però "lucciola": un lampo fugace di luce. Bellissimo.
Credo che ogni buon cristiano dovrebbe dedicare loro una preghiera di ringraziamento almeno ogni settimana. Molti onorevoli dell'UDC lo fanno
già di certo. Ieri, 25 giugno, sono stato a Roma. Che bella città, ogni volta che ci si ritorna ti strega.
Si respira aria di bellezza, apertura, piacere. ManagerItalia, nella persona di Marcella Mallen (grazie!) ha organizzato una presentazione del mio ultimo libro,
Il manager mancino.
Alla sera, mi dirigevo verso casa del mio amico Ugo Di Ghero (un grande) che mi ha gentilmente ospitato e, transitando per strade frequentate appunto da lucciole, le ho guardate con occhi nuovi.
Ogni volta che vado a Roma, percepisco l'impressione (sottolineo "impressione") che sia difficile trovare un manager romano che guadagni secondo il valore che produce; se succede, penso che succeda per caso.
Ma guardando le lucciole romane, ho cambiato idea. Loro sono il meglio del management cittadino: guadagnano davvero sulla prestazione e non sono pavide, men che meno paraculo. E' forse per questo che nella Roma papalina venivano fustigate (vedi immagine).
Quando i romani se ne accorgeranno, la Pro Loco (o altro ente inutile creato ad hoc) contribuirà al loro sostentamento.
Sarà la loro fine
...Non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni
che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino
alle orecchie degli amanti.
Ho bisogno
di poesia,
questa magia
che brucia
la pesantezza delle parole,
che risveglia
le emozioni
e dà
colori nuovi...
Finita sul marciapiede, per salvare la figlia di 7 anni malata ai reni. E accoltellata al collo dai protettori delle altre prostitute, per
essersi rifiutata di andarsene
dall’angolo di strada che aveva occupato. È successo ad Anna, ragazza moldava di 30 anni in Italia con regolare
permesso di soggiorno, che faceva la
colf nell’hinterland milanese. La sua storia l’ha raccontata agli agenti del commissariato Greco Turro,
diretti dal vicequestore aggiunto Manfredi Fava. I suoi aggressori, tre romeni, sono stati bloccati ieri all’alba e il pm Stefano Dambruoso ha chiesto al gip la convalida dei fermi.
Anna si trovava a Milano già da qualche anno. Riusciva a inviare un po’ di soldi alla famiglia grazie al suo lavoro:
si divideva fra tre famiglie della provincia, dove faceva la colf e la badante. Poi però la sua figlia più grande, che ha 7 anni, si è ammalata ed è entrata in dialisi.
L’unica speranza per lei è il trapianto di un rene. È qui che la donna ha capito di non farcela più con il denaro che guadagnava e ha deciso di cominciare a fare la prostituta.
Mantenendo il suo primo lavoro, si vendeva nelle ore libere sulla statale Comasina, poco lontano dal ponte della Tangenziale. Il marciapiede qui le fruttava bene e soprattutto era vicino alle case dove prestava servizio, raggiungibili in pochi minuti di autobus.
Ma presto le altre lucciole straniere hanno cominciato a lamentarsi della sua presenza “abusiva” su una strada
dove ogni metro ha la sua prostituta,
secondo una mappa precisa controllata dal racket. All’inizio sono state le donne a minacciarla, visto però che
Anna non ne voleva sapere di andarsene sono cominciati gli avvertimenti dei protettori.
Le hanno prima offerto di lavorare con loro. La donna ha rifiutato: non voleva sfruttatori per non dover cedere
a nessuno una parte dei soldi,
che tanto le servivano. Il 14 giugno quindi tre uomini l’hanno aggredita con un coltello e le hanno rubato 700 euro.
Anna è finita al pronto soccorso
dell’ospedale Niguarda con una ferita al collo, per fortuna non grave, e il giorno dopo ha sporto denuncia alla polizia.
Le donne sfruttate dai tre romeni hanno quasi tutte rifiutato di parlare con gli agenti, per paura o perché sono le loro mogli o compagne.
Grazie alla testimonianza di Anna e di un’altra ragazza, e anche a giorni di appostamento sulla Comasina, la polizia ha trovato l’appartamento
occupato abusivamente nel quartiere di Quarto Oggiaro dove gli stranieri vivevano con altre sette persone (cinque donne e due minorenni).
Costantin B.,
di 25 anni, Robert G., di 26, e Claudiu C, di 30, sono stati fermati con le accuse di rapina aggravata, favoreggiamento
e sfruttamento della prostituzione. Anna, se lo vorrà, sarà affidata a una comunità.
Perchè io sono la prima e l'ultima,
Io sono la venerata e la disprezzata,
Io sono la prostituta e la santa,
Io sono la sposa e la vergine,
Io sono la mamma e la figlia,
Io sono le braccia di mia madre,
Io sono la sterile, eppure sono numerosi i miei figli.
Io sono la donna sposata e la nubile,
Io sono colei che dà la luce e colei che non ha mai procreato,
Io sono la consolazione dei dolori del parto.
Io sono la sposa e lo sposo,
E fu il mio uomo che mi creò.
Io sono la madre di mio padre,
Io sono la sorella di mio marito,
Ed egli è il mio figliolo respinto.
Rispettatemi sempre,
Poichè io sono la scandalosa e la magnifica.
Inno a Iside, sec. III o IV
" Ho citato Sade, del quale non ho mai letto una sola riga. Ho soltanto udito i tradizionali commenti sul sadismo:
" Arriviamo a conoscerci soltanto
quando raggiungiamo i nostri limiti. "
E questo è vero.
Eppure può anche essere considerato erroneo,
perchè non è importante conoscere tutto
di noi stessi.
(...)
Io sono due donne: una desidera sperimentare tutte le gioie, tutte le passioni, tutte le avventure che la vita può dare;
l'altra vuole essere schiava della routine, della vita familiare, delle cose che si possono pianificare e raggiungere.
Io sono la prostituta e la casalinga, che vivono nello stesso corpo, e lottano l'una contro l'altra.
L'incontro di una donna con se stessa è un gioco che comporta seri rischi. E' una danza divina.
Quando ci incontriamo, siamo due energie sovrannaturali, due universi che si scontrano.
Se nell'incontro non c'è il rispetto dovuto, allora un universo distrugge l'altro. "
Undici minuti
Paolo Coelho