Brani musicali

The Sorrows - Take a heart Chicago - hard to say i'm sorry Castelnuovo - Oceania
Goran Kuzminac - Stasera l'aria è fresca Renato Zero - Pionieri Matia Bazar - Fantasia
Dean Martin & Frank Sinatra - That's Amore Adriano Celentano - l'arcobaleno Carmen Consoli - Parole di burro
Havaian man - Over the rainbow Evanescence - (Fallen) Bring Me to Life  

 

Video clip

Evanescence - (Fallen) Bring Me to Life    
     
     
     

 

     e-mail

26/11/2007 da un po' di tempo ormai sono in possesso del tuo indirizzo, ma la vita mi risucchia voracemente tutte le energie. E pensare che tu una volta mi vedevi come una gran signora, una regina dedita ad attività intellettualmente elevate, invece eccomi qui in semischiavitù a fare lavori di bassa manovalanza senza respiro ideale. Ma non vorrei lamentarmi, per lo meno non come prima cosa, magari come seconda o come terza. Tu come stai? Io sarò a Milano per tutte le vacanze di Natale (quelle scolastiche naturalmente), ti vedrei volentieri. Lo sai che mi piace fare con te il punto della situazione, almeno ogni 10 anni! Ti abbraccio
29/11/2007 Mi fa molto piacere ricevere un tuo messaggio. Mi sono un po' stupito al matrimonio di Silvia ricevere la tua richiesta di avere del mio indirizzo e-mail tramite Marina. L'ultima volta che ci siamo visti, la cena di vecchi compagni di scuola, non mi hai fatto mistero della tua antipatia. Poi sei partita per Roma e ...sei tornata nell'oblio. Quel periodo è stato per me occasione di radicale ricollacazione. Varcata la soglia dei 50 anni, tra nostalgia e disincanto, ho perso la serenità. E la vita si è fatta dura e ho perso l'innocenza. Alcuni pilastri sono venuti meno e il senso di amicizia e fratellanza si è sgretolato sotto le difficoltà e le preoccupazioni. Ma questo è già passato. L'oggi è anche peggio. Ritengo che è proprio l'ambiente sociale che è peggiorato. Sono rimasto tenace e resisto con grande fatica, e resistendo qualche momento di soddisfazione è arrivato. L'adolescenza di mia figlia Maddalena, periodo di tristezza e dolore, sembrerebbe essere alle nostre spalle. Ciò mi solleva non poco. E' molto doloroso vedere i propri figli che si piegano sotto i colpi del destino e stentano a rialzarsi. Mi farebbe molto piacere vederti, anche se temo un po' i tuoi umori, le brusche virate dello spirito, l'altera figura della regina che si nega all'inchino del suo cavaliere. Anch'io ti abbraccio e nella mia fantasia continuo a baciarti le palpebre degli occhi. Questo gesto di tenerezza mi da le emozioni che la realtà dura di questo decennio rende scarse e pericolose. Sentiamo più spesso. Sii felice
30/11/2007
Mio caro  C'è l'inchino deferente e formale, quello affettuoso, quello ironico e complice, quello forzato e via dicendo; ho percepito il tuo come nervoso, eccessivo, enfatico, sempre per restare nella metafora del cavaliere e della regina. Per questo mi sono chiusa o come meglio hai detto tu: indurita. Del resto non ci si vedeva da molti anni e il ricordo di un amore, rimasto unico nel suo genere, deve aver messo a disagio entrambi. Sono convinta che ancor oggi, vedendoci, dovremmo perdonarci reciprocamente una probabile difficoltà iniziale. Sai benissimo che non so nascondere i miei stati d'animo, ma questo potrebbe essere anche un vantaggio; apre la via alla comunicazione e tu, al di là dei frangenti, conosci benissimo la strada per arrivare alla mia anima, come io conosco la strada per arrivare alla tua. Una curiosità: come fai a sapere che i baci sugli occhi sono i miei preferiti? Era così anche un tempo o è stata un'intuizione? Ora solo mia figlia è a conoscenza di questo piccolo segreto e per fortuna non è avara di coccole. Ma io mi dilungo nel cincischio, quando gravi e dure sono state le tue parole: perdita dell'innocenza, dei punti di riferimento, dolori e prove di resistenza. Condivido la tua opinione sul peggioramento della società, lavorando nella scuola, questa fase calante è sempre più vistosa, ma sicuramente la tua vicenda personale deve aver rabbuiato ulteriormente ciò che è già fosco. Il motivo per cui mi fa molto piacere riprendere i contatti con te è laborioso da spiegare, forse anche nel mio caso ha un po' a che vedere con l'età, ma avremo modo di approfondire. Quanto all'essere felice diventa sempre più difficile, si cerca di strappare dei momenti e gustarseli nel tempo di un cono gelato.
02/12/2007 le tue parole mi hanno tagliato il respiro. Mi gira letteralmente la testa. Volevo aspettare a rispondere, ma ho proferito almeno dirti che ho ricevuto la tua e-mail e sono stato colpito da una corrente ad alto voltaggio. scusa ma sono in preda ad emozioni che disorientano le mie parole. Ti rispondo quando sarò almeno padrone di emettere suoni.
03/12/2007
questa è la mia attuale situazione cognitiva
lo stato attuale delle emozioni blocca le capacità di coordinamento dei pensieri e del linguaggio.
Come sei organizzata per ascoltare musica? se puoi sentire brani in formato mp3 provo a mandarti
il brano che da qualche ora mi fa da colonna sonora in questo stato di agitazione.
So come possa essere "laborioso da spiegare" tanto che in questo momento, in questa inquitudine solo la musica accoglie il tumulto di memorie affioranti.
Se fossi bravo a scrivere poesie proverei a stendere i miei panni con la metrica.
Cosa darti per avere un'idea dei miei 50 anni suonati. Puoi consultare, se già non l'hai fatto, un sito dove ho provato a testimoniare i miei ardori   www.musil.it 
Ora confuso mi ritiro per la prossima "stanza".
04/12/2007 Se lo stato d'animo tende agli eccessi emotivi, questa musica non aiuta.  Non era mia intenzione turbarti così, anche se non mi sento di ritirare niente di ciò che ho scritto.
06/12/2007
Tutto quello che dici forse significa diventare adulti? Cioè imparare a riconoscere dove finisco io e inizia l'altro.Cercare di togliere dal frullatore i brandelli miei separati dai tuoi, ricostruire il puzzle formando due entità distinte per poi rimetterle in rapporto. E' una gran fatica, è così pesante che a volte viene voglia di gettare la spugna e lasciarsi ricadere nei soliti schemi. ma quando si è diventati più consapevoli anche il solito schema non è più il solito schema.Mi fa tenerezza ripensare a come eravamo giovani quando ci siamo conosciuti, io ero poco più di una bambina , tu un ragazzo molto intelligente e mi raccontavi le fiabe. Cercavi di spiegarmi matematica e ancora oggi mia mamma si ricorda come ti dannavi, perchè non capivo le operazioni più semplici. basta così, altrimenti scado nel piagnisteo.Anch'io sono contenta, non sai quanto, che tu ci sia e confido nel fatto che riusciremo a trovare un modo equilibrato per comunicare.
09/12/2007 Hai per me parole parecchio lusinghiere. Le lodi quando sincere, scaldano e rassicurano. Se vengono da te poi, mi fanno un po' girare la testa e mi seducono, Si beve da una fonte pura e cristallina. E il sortilegio è compiuto.

Volendo fare un salto di tono, mi piacerebbe sottoporti una lettera con risposta apparsa su la repubblica delle donne, nella rubrica tenuta da Umberto Galimberti.

Danilo

Il silenzio della clausura

Scrive il teologo greco-ortodosso Christos Yannaras: "Solo se esci dal tuo io, sia pure per gli occhi belli di una zingara, Sai cosa domandi a Dio e perché corri dietro a lui".

Mi piace pensare che quegli occhi siano i tuoi

"Galeotta" è l’uscita del libro di Espedita Fisher Clausura. Le nuove testimoni dell’assoluto, Castelvecchi editore. Un libro "strano", sembrerebbe assolutamente fuori del tempo, o di altri tempi In effetti se si cavalcano le convinzioni più che assodate del disincanto del mondo, della secolarizzazione, di una cultura

centrata sul presente e sul benessere-piacere individuale, non si riesce a capire come si possa oggi, da parte di alcune persone (molte giovani donne), compiere scelte radicali di allontanamento dal mondo, di volontaria reclusione perpetua.

Una prima domanda è allora: per che cosa? Per "salvarsi l’’anima"? Ma è davvero cosi schifoso il mondo da pensare di potersi "salvare" solo al di fuori? Per testimoniare qualcosa che al di più non è dato comprendere (o adeguarsi)?

Eppure altri segnali dicono che queste scelte strane non sono inattuali.

Sono forse la punta più visibile di un ritorno di spiritualità che trova già molti canali di espressione ed esplosione: sette, gruppi fondamentalistici o non, domande serie sulla vita, vocazioni. E alcuni di questi luoghi di silenzio-riflessione-preghiera diventano luoghi (chic) di incontro anche per professionisti, politici, uomini di cultura. Imprevisto il successo del film Il grande silenzio. Ma imprevisto davvero?

Ho comprato il libro e l’ho letto. Non mi interessa particolarmente il tema no ho figlie in rischio di clausura. 41 voci che raccontano la loro storia, dove riecheggia tanta umanità, modernità, freschezza. Qualche nome conosciuto al grande pubblico e la maggior parte del tutto sconosciuta.

Trovo poi altre voci, queste di laici che raccontano di sè in relazione con la clausura, non dico la clausura delle monache, ma la clausura come stile, forse come modello di vita. Parlo di Zavoli, Tamaro, Guerra, Celli (che narra dell’esperienza della figlia claustrale).

E mi chiedo. Perchè ha tale fascino ancora oggi la clausura? II mondo laico sente nostalgia-bisogno di valori umani " radicali", per esigenza di rinvigorirsi dal di dentro? Ma non si corre ii rischio di dimenticare che la testimonianza di quelle suore non è per invitare a ricercare una migliore umanità, ma la trascendenza di Dio?

Giancarlo De Nicolo gideni@quipo.it

 

Non so se a scelta della clausura sia una fuga dal mondo o la ricerca di una ulteriorità di senso rispetto a quelli offerti dal mondo. Quel che so è che, venendo a patti con la ragione, con la buona educazione, con la cultura, con la morale civile, la religione s’è fatta evento diurno, e perciò parla di morale sessuale, di contraccezione, di aborto, di divorzio, di scuola pubblica e privata. E cosi. producendosi in discorsi che ogni società civile può fare tranquillamente da sé, lascia la gestione della notte indifferenziata del sacro alla solitudine dei singoli.

Molti si vogliono impadronire delle regole per controllare le menti, il sentire, e poi le emozioni degli esseri umani minuti.

Se questo è lo scenario non parlerei, per il nostro tempo, di "risveglio della spiritualità", come da più parti ingenuamente e entusiasticamente si sente dire, ma di "domanda inevasa" circa il senso della propria esistenza, con ricerca affannosa di risposte in una dimensione religiosa a sfondo mistico, quasi un contrappeso al rigore della razionalità tecnica, a cui va sempre più uniformandosi il mondo in cui ci tocca vivere.

Oggi, infatti, sembra che la solitudine del cuore sia cosi abissale da non essere raggiunta da nessuna voce umana.

Credo sia abbastanza vero che siano cominciate a mancare le parole per dire dei sentimenti della incertezza e difettosità del nostro agire con gli altri

Sembra che l’intensità della passione non trovi corrispondenza nell’amore e nell’ira che gli uomini possono vicendevolmente scambiarsi. Sembra che la solitudine non possa neppure costituirsi, e tanto meno un dialogo interiore, se l’altra parte non ha un volto sovrumano.

Sembra che la metafora dell’inconscio sia troppo povera per contenere quel patire che solo nei simboli religiosi trova l’altezza della sua iconografia. Sembra che le vette della mente non sappiano perché si protendano verso Il ciclo, se il ciclo è vuoto. E neppure si sa perché l’esilio a cui ci avvia la disperazione possa essere immaginabile senza un inferno che ce lo prefiguri come corrispondenza immaginifica dell’anima.

Le passioni sono sostituite sempre più spesso dalla competenza e dalla professionalità che sterilizzano l’agire secondo sentimenti per ottenere il "risultato"

Nell’atmosfera creata da queste inquiete domande, tutte le parole che quotidianamente impieghiamo nel mondo rivelano la loro afasia. E allora solo l’amore, con la vibrazione delle sue folgorazioni, può favorire quel cedimento della mente che è necessario, perché la roccaforte della ragione, a differenza del cuore, è incapace di sfiorare la verità senza possederla.

Ultima conoscenza sul labbro delle domande ultime, l’amore domanda la genesi del mondo, della materia, della vita, del male, della distruzione, della corruzione, chiede perché iniqua è la distribuzione dei doni e dei dolori agli uomini, e attende di capire perché l’amore per Dio e l’amore per gli uomini sono pezzi che non collimano nella rifrazione prismatica dell’intero, Per questo non bisogna vociare all’interno della religione o fuori dalla religione. Non bisogna far chiasso in nome di Dio o contro Dio. II rumore del mondo non deve invadere, col grido dell’affermazione o del diniego, l’origine silenziosa da cui sono scaturite tutte le parole.

A partire da questa atmosfera, che non è atto di fede ma di riconoscimento, si può incominciare a capire, senza che io riesca naturalmente a comprenderlo, il silenzio della clausura.

…………………………………………………………………………questo si che è un tema ……………………..

Umberto Galimberti

 

 

12/12/2007
che grandi pretese hai da me! Dovrei mettermi a dissertare su una questione già abbastanza complessa come la clausura,  commentata nientemeno che da Galimberti il nostro filosofo da rotocalco, la nostra stella cometa della conoscenza!Nonostante mi ritenga ben poco all'altezza di una tale trattazione avrei qualche piccola idea.Partirei leopardianamente col fare una distinzione tra problematiche di tipo storico e di tipo esistenziale, naturalmente senza forzate giustapposizioni, in quanto le due problematiche hanno sempre punti di intersezione.Dal punto di vista storico il fenomeno che mi pare più grave è la "defuturizzazione" che contraddistingue la nostra epoca.Nei tempi passati l'ansia per la sopravvivenza era individuale, oggi riguarda invece tutta la nostra specie e il pianeta che la ospita.Questo nuovo pericolo richiederebbe una condivisione di responsabilità, una nuova etica che siamo ben lungi dal sentire, gli esseri umani continuano a lottare solo per la propria sopravvivenza o del gruppo a cui appartengono, sia esso una piccola entità sociale, uno Stato o un insieme di Stati. Il principio di responsabilità comune, l'unico che potrebbe garantire un futuro, non solo non è ancora concettualmente compreso e accettato, ma è rifiutato anche nelle piccole cose che sarebbero facilmente realizzabili. Pertanto la sensazione profonda, anche se non sempre consapevole, di ciascun individuo è di vivere in un mondo sull'orlo della rovina. (Ti consiglio a questo proposito la lettura di Hans Jonas - Il principio di responsabilità - ) La spinta alla passione proviene sempre da  un'ideale, se la percezione di declino è dilagante le passioni vengono giustamente sostituite da competenze e professionalità che rassicurano sulla giustezza del nostro agire, agire che andrebbe invece indirizzato altrove, appunto verso la consapevolezza della minaccia e verso la responsabilità che ciascuno ha in questo divenire.Continuerei volentieri fino a notte fonda, ma il contingente ha il sopravvento. Prendila come una prima puntata e abbi fede nelle mie buone intenzione di continuare.Sul fatto che io sia una zingara ti do ragione, non riesco mai a mettere radici, nemmeno in un orticello, purtroppo.Non avevo intenzione di lusingarti, ti ho sempre ritenuto una delle persone più intelligenti che abbia conosciuto, questo tuttavia non ha contribuito granchè alla stabilità della nostra relazione. D'altra parte si è appena detto che io sono una zingara, forse anche un po' strega come dicono i miei figli.A presto
12/12/2007
che piacere avere le tue risposte alle mie misere domande.
 
Non credo di essere molto più di un uomo senza qualità e di faticare a comprendere il fine umorismo che spargi deliziosamente qua e là.
 
Interessante l'idea di "defuturizzazione" che traduco in mancanza di una idea di futuro. E mi vengono in mente due cose.
 
 

La prima la canzone dei sex pistols Sex Pistols -God save the Queen.

La seconda è Futurizzazione – Carlo Pelanda Sperling&kupfer Editori

She ain't no human being
There is no future
In England's dreaming

Don't be told what you want
Don't be told what you need
There's no future, no future,
No future for you

God save the queen
We mean it man
We love our queen
God saves

God save the queen
'Cause tourists are money
And our figurehead
Is not what she seems

Oh God save history
God save your mad parade
Oh Lord God have mercy
All crimes are paid

When there's no future
How can there be sin
We're the flowers in the dustbin
We're the poison in your human machine
We're the future, your future

God save the queen
We mean it man
We love our queen
God saves

God save the queen
We mean it man
And there is no future
In England's dreaming

No future, no future,
No future for you
No future, no future,
No future for me

No future, no future,
No future for you
No future, no future
For you

Mi era piaciuto il titolo. Poi ho scoperto leggendolo di essere al cospetto di un economista di "destra" e mi sono raffreddato. Tra le deliziose affermazioni questi dolcetti.

Futurizzazione è prima di tutto un appello ideologico, uno stimolo mobilizzante. Invoca la fiducia nel progresso e il coraggio di perseguirlo senza paura di perderne il controllo pur nella consapevolezza del rischio che ciò accada. E’ pensiero forte. L’anima della "società veloce". Che si contrappone a quello debole che ispira la teoria della "società lenta".

Sette sono le missioni di futurizzazione:

Rinforzare il modello capitalistico

Avviare la rivoluzione cognitiva

Costruire lo stato delle garanzie attive

Dare al mercato globale un’architettura politica proplsiva

Gestire la rivoluzione tecnologica con un pensiero forte e non debole

Governare l’ecologia artificiale

Aprire la cultura dell’umanesimo all’evoluzione degli esodestini.

La prefazione poi è un delirio di onnipotenza

La speranza di risolvere con successo i problemi futuri che noi stessi generiamo con il progresso dipenderà prima di tutto dal grado di preparazione della nostra società di oggi ad affrontare il domani. Solo una diffusione di massa della conoscenza permetterà di utilizzare i benefici della rivoluzione tecnologica e biologica in arrivo. Solo un investimento massiccio sulle competenze farà si che le persone, e non esclusivamente una minima parte, possano cogliere le opportunità di una economia sempre più basata sulla conoscenza. E che la crescita di questa alimenti ancora più la tecnologia con cui trovare soluzioni sempre più innovative ai problemi di un mondo cresciuto oltre i limiti delle sue dimensioni naturali

 

 
Stai a vedere che la sinistra è pessimismo e la destra è ottimismo. Un bacio tenerissimo su entrambe le palprebe  
14/12/2007
che piacere avere le tue risposte alle mie misere domande.
come se le mie risposte fossero molto di più di una miseria
Non credo di essere molto più di un uomo senza qualità e di faticare a comprendere il fine umorismo che spargi deliziosamente qua e là.
Da quando usi una forma così involuta? Volevi dire che anche uno scemo capirebbe la mia grossolana ironia? 
Interessante l'idea di "defuturizzazione" che traduco in mancanza di una idea di futuro. E mi vengono in mente due cose.

La prima la canzone dei sex pistols Sex Pistols -God save the Queen.

 La canzone ha un testo ripetitivo, ma qualche suggestione la desta, peccato che sia un po' inascoltabile, per lo meno dalle mie orecchie di vecchietta.
 
 

La seconda è Futurizzazione – Carlo Pelanda Sperling&kupfer Editori

Il saggio da cui hai tratto queste righe deve essere sublime!

Geniale! Anche la Destra ha i suoi intellettuali degni!
 
 
Sembra una rivisitazione moderna e aggiornata del manifesto futurista di Marinetti
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
soluzioni sempre più innovative per un mondo cresciuto oltre i limiti. Cioè? le camere a gas, no, quelle sono superate... che propone?  Ah ho capito! Pillolette di cianuro contrabbandate per vaccini anti hiv, così li facciamo fuori tutti quegli sporchi negri!

Mi era piaciuto il titolo. Poi ho scoperto leggendolo di essere al cospetto di un economista di "destra" e mi sono raffreddato. Tra le deliziose affermazioni questi dolcetti.

Futurizzazione è prima di tutto un appello ideologico, uno stimolo mobilizzante. Invoca la fiducia nel progresso e il coraggio di perseguirlo senza paura di perderne il controllo pur nella consapevolezza del rischio che ciò accada. E’ pensiero forte. L’anima della "società veloce". Che si contrappone a quello debole che ispira la teoria della "società lenta".

Sette sono le missioni di futurizzazione:

Rinforzare il modello capitalistico

Avviare la rivoluzione cognitiva

Costruire lo stato delle garanzie attive

Dare al mercato globale un’architettura politica proplsiva

Gestire la rivoluzione tecnologica con un pensiero forte e non debole

Governare l’ecologia artificiale

Aprire la cultura dell’umanesimo all’evoluzione degli esodestini.

La prefazione poi è un delirio di onnipotenza

La speranza di risolvere con successo i problemi futuri che noi stessi generiamo con il progresso dipenderà prima di tutto dal grado di preparazione della nostra società di oggi ad affrontare il domani. Solo una diffusione di massa della conoscenza permetterà di utilizzare i benefici della rivoluzione tecnologica e biologica in arrivo. Solo un investimento massiccio sulle competenze farà si che le persone, e non esclusivamente una minima parte, possano cogliere le opportunità di una economia sempre più basata sulla conoscenza. E che la crescita di questa alimenti ancora più la tecnologia con cui trovare soluzioni sempre più innovative ai problemi di un mondo cresciuto oltre i limiti delle sue dimensioni naturali

Stai a vedere che la sinistra è pessimismo e la destra è ottimismo.
 Non è forse sempre stato così? Quanti sono stati galvanizzati da quei bei "credere, obbedire, combattere"
Oppure che tutto è un inganno e che niente è come appare.
 Direi che è il contrario: ciò che è presto o tardi appare, basta saperlo leggere.
La clausura era una assonanza alla solitudine volontaria che volevo suggerire di non più favorire; infatti rompendo questa nostra afasia di decenni
La clausura è un tema che mi sta molto a cuore in tutti i suoi aspetti al di là dell'uso strumentale che volevi farne.
con lo scambio antico e romantico dell'epistola mi pareva di infrangere, inseguendo gli occhi tuoi di zingara o strega.
Questo scambio antico e romantico, ai nostri tempi, è più pericoloso che in passato. Io ho sperimentato recentemente un paio di carteggi con risvolti inquietanti. Ne sono uscita un po' ammaccata e non vorrei ripetere l'esperienza. I motivi sono lunghi da spiegare, hanno a che fare con la virtualità, il gioco degli equivoci, la strumentalizzazione e via dicendo. Sono restia a questo mezzo.

 

15/12/2007 ho la vaga sensazione con le mie e-mail di suscitare una tua leggera irritazione.

Nel nostro caso la "virtualità", al momento è più un'opportunità che un rischio.Ben ricordo l'effetto che mi hanno fatto le tue parole scritte solo una settimana fa. Il solo tuo nome ha il potere di agitarmi e turbarmi, tanto mi sei presente nell'animo. Mai e poi mai potrei ingannare la persona che rappresenta il mio primo grande amore. Non ho possibiltà diversa che dire la verità. quella che le parole possono esprimere e che possono essere "fra-intese". La comunicazione per ipotesi deve ammettere un diverso valore e significato alla parola. Per questo è bello dire e ridire. Insistere, spiegare, trovare similitudini paragoni, metafore. A me piace la forma del racconto. Mi piace reinterpretare i fatti modificarli quel tanto che sembrino più "grandi", più degni.

Cambiando argomento. Quali sono i tuoi gusti musicali. Sono rimasto a Baglioni prima maniera e "indotto" Renato Zero. Ma siamo agli albori.

Io vivo di musica. E' la mia grande consolatrice. Lenisce la tristezza e le mie forme di depressione. La musica che ascolto è quella del mio tempo. Dagli anni 60' fino agli anni 80' con qualche incursione nell'ultimo ventennio.

In questo momento ascolto "turn turn turn" dei Byrds. Poco fa' urlava Patty Smith, ed ora è partita "Darkness Darkness" cantata da Richie Havens

E' musica nostalgica quella che ascolto e che rinnova ad ogni nota una stagione felice per le speranze di mettere le cose al loro posto.

Tu invece?

una canzone come una carezza, a più tardi

 
Scusami, ma sono sommersa di compiti da correggere, non riesco a risponderti. Tra un compito e un altro, combatto. C'è un'emergenza guerra in questa casa. Spero di guadagnarmi un po' di tempo domani. Baci
 
Quando sarai a Milano? Ci saranno anche i tuoi figlioli? Ricordami come si chiamano. Quanti anni hanno?  Io partirò dopo capodanno. Vado in Luguria dove ho in affitto una piccolissima casa nel bosco ad ossigenarmi.
19/12/2007
Divertente il tuo tono deamicisiano! mi ha sempre incantato la disinvoltura istrionesca con cui sei capace di cambiare registro!
Sì vengo a milano con i figlioli, ma dopo natale loro andranno via 3 giorni col padre. Si chiamano Paolo e Matilde e hanno rispettivamente 11 e 9 anni. Riguardo alla guerra che mi stanno facendo, soprattutto Paolo, è una questione lunga e complicata, come sempre va questo genere di cose.caro mi hai sottoposto a tanti e tali interrogativi, che non so più da che parte iniziare a risponderti, anzi confidando sul fatto che ci vedremo, ti proporrei ancora un rinvio. Un dubbio solo vorrei fugarti: io mi fido di te. Nè altri mi hanno ingannata, è raro che qualcuno si prenda la briga di ingannarmi, di solito peccano tutti per eccesso di verità, ammesso che esista una verità. Tutti pensano che io sia abbastanza forte da sopportare la realtà più cruda e non si accorgono di quanto sia ferita e pianga la bambina che è in me. I problemi sono stati di altro tipo. Ciò che veramente non sopporto è che qualcuno usi questo mezzo per evitare di conoscermi davvero, bollandomi come soggetto pericoloso. Così proprio come per le streghe del 700 c'è sempre qualche rogo pronto ad attendermi. E' difficile restare fuori dagli schemi. Però anche questo discorso è estremamente semplificato. Forse è meglio essere più pratici: partirò da qui sabato e sarò abbastanza impicciata fino a natale, poi potrebbero aprirsi varie prospettive. Ti lascio i miei numeri di telefono, preferisco che sia tu a chiamarmi, io non devo rendere conto a nessuno di quel che faccio, tu forse sei un po' meno libero.
20/12/2007 Ho smontato, tagliuzzato, ricollocato, le parole della parte tua del nostro scambio.

Senza la pretesa di re-interpretare il testo originario mi si sono formati alcuni temi o titoli. 

 

I ruoli dei personaggi

incantata, istrionesco, Istrioni e streghe, c'è sempre qualche rogo pronto ad attendermi,

che io sia una zingara ..., non riesco mai a mettere radici, nemmeno in un orticello; una zingara, forse anche un po' strega come dicono

E' difficile restare fuori dagli schemi.

regina e cavaliere

io non devo rendere conto a nessuno di quel che faccio (regina)

tu forse sei un po' meno libero (cavaliere e il giuramento di fedeltà)

 

il messaggio, le parole la verità e l'incantesimo della parola

....... è una questione lunga e complicata questo discorso è estremamente semplificato; Il motivo per cui ....è laborioso da spiegare

io mi fido di te. Nè altri mi hanno ingannata,

tutto è un inganno e che niente è come appare; NO: ciò che è, presto o tardi appare, basta saperlo leggere

abbi fede nelle mie buone intenzione di continuare.

un paio di carteggi con risvolti inquietanti. Ne sono uscita un po' ammaccata

Questo scambio antico e romantico, ..., è più pericoloso che in passato, Sono restia a questo mezzo

con la virtualità, il gioco degli equivoci, la strumentalizzazione . .

per evitare di conoscermi davvero, conosci benissimo la strada per arrivare alla mia anima, come io conosco la strada per arrivare alla tua.

 

Il contesto

…, combatto. C'è un'emergenza guerra in questa casa. (realtà)

La clausura è un tema che mi sta molto a cuore (desiderio)

 

La rivelazione

eccesso di verità

soggetto pericoloso,

che io sia abbastanza forte da sopportare la realtà più cruda

pianga la bambina che è in me.

 

La parte della rivelazione è quella che in questo momento più mi emoziona. La tua figura che da sempre  ho definito "altera" e che ho più volte sottolineato anche fisicamente dicendo "sei più alta di me" e ciò mi inorgogliva, mi faceva star bene, .....bene.

Le tue spalle grandi, da nuotatrice, erano (sono) rassicuranti. Lo sguardo altero, calmo, dava sicurezza.

Questo ...è solo un ricordo,  mi piaceva sedurti e sentirmi innamorato.

Con questo innamoramento, incantesimo, mistero, come poter dare peso alle tue fragilità? il velo dell'innamoramento confonde la protezione e la fragilità, l'ardore e la tenerezza, la sensualità e il pudore, l'incertezza e il pericolo. Tutto è espunto dal bacio della passione. Poi il risveglio, il velo si assottiglia, la realtà si fa dramma e la convivenza si sostituisce all'amore. La realtà si fa anche cruda, comune, ordinaria. E, e, e, .................   

Che ne dici. C'è abbastanza materiale per imbastirci qualcosa di importante e interessante per il nostro editore.

 

Considero il numero del tuo cellulare come un grosso regalo di Natale.

Da istrione non so distaccarmi e smettere. Le parole di una canzone dei Pink Floid

Aspettando la mia occasione

Perdo tempo, lascio riposare la mente

e non rimpiangerò mai i giorni tristi, i brutti giorni

di quando si lavorava dalle nove alle cinque....

 

E se non vi spiace

passerò le mie ore accanto al fuoco,

nella luce soffusa degli occhi innamorati di lei

 
sto preparando la mia partenza di domani e non ho tempo di rispondere. Mi stai proponendo un romanzo a due mani? E' sempre stato il mio sogno...
Sentiamoci
 

Mario Castelnovo – Oceania

Quanti diamanti avrà il tuo cielo,
tu che lo sfiori coi capelli,
tu che la notte al davanzale
sciogli le trecce ad una stella

Quanti diamanti avrà il tuo inverno,
ombre di lupi alla finestra,
aghi di pino alla tua porta,
chiamami amore, se lo vuoi.

Occhi di prato era il tuo cielo,
uomo di pochi anni ancora,
foglie di the sopra il sentiero,
tace speranza, invecchierai

Occhi di prato era il tuo inverno,
fuggiva intanto il disonore,
storie di aerei e di coraggio,
confini sordi alla realtà...

Oceania... Oceania....

Scrivimi ancora le tue rughe,
cerco da sempre, e tu lo sai,
trova per me giorni e speranze
l'indifferenza che non ho.

Cerca per me giorni e ragione,
portami arance americane,
storie di donne e di acquavite,
edera e sangue, anche per me

Oceania... Oceania...

Si alza la nebbia nel tuo cielo,
l'inverno sputa i suoi malanni,
vento via spazza la saggezza,
baciami ancora, se lo vuoi

vorrei le mani nei pensieri,
vorrei poter sperare che
dove finisce il tuo dolore
nasca lì un ponte tra me e te...

Quanti diamanti avrà il tuo inverno,
ombre di lupi alla finestra,
aghi di pino alla tua porta,
chiamami amore, se lo vuoi

Occhi di prato era il tuo inverno,
fuggiva intanto il disonore,
storie di aerei e di coraggio,
confini sordi alla realtà...

Oceania... Oceania...

 

Matia Bazar - Fantasia

Una stanza, una casa, una città
Strade vuote e ombre nell'oscurità.
A Berlino soldati stanchi e d'ogni età

Sopra i muri con le donne che gli stanno vicino
Fantasia che tra poco tutto finirà
A Parigi, Londra e in tutte quante le città.

Era un venerdì notte di silenzio e di luna piena
Quanta tensione c'era giù in città
e quanta in quella stanza.

Sulla Senna un barcone solitario va
Champagne a fiumi, munizioni e gente che non sa.
A Parigi tra lampioni spenti la complicità
Sigarette e voci per un'ora di felicità.

Fantasia che tra poco tutto finirà
A Berlino, Londra e in tutte queste città.

Era un venerdì, notte di silenzio e di luna piena
Quanta tensione c'era giù in città
Quanta tensione c'era...

Hei! Rintocchi di campane mute ormai
Radio Londra un messaggio nel Tamigi un'onda.
Lord e Lady un altro whisky e cambierà
Ma nei pubs questi inglesi no non stanno più in piedi.

Fantasia che tra poco tutto finirà
A Berlino, a Parigi e in tutte quante le città.

Era un venerdì notte di silenzi e di luna piena
Quanta tensione c'era giù in città

 

Goran Kuzminac – Stasera l’aria è fresca

Stasera l'aria e' fresca
potrebbero venirmi dei pensieri,
piu' dolci del vino che bevi
piu' chiari delle tue risposte


Paola aveva un'amica
speranza sopra di lei
e i passi del suo amante
non fanno molto rumore


Stasera l'aria e' fresca
potrebbero venirmi dei pensieri,
piu' dolci del vino che bevi
piu' chiari delle tue risposte


Non pensava alla rivoluzione,
non aveva molti problemi
e la sua casa era grande
per una persona sola


Stasera l'aria e' fresca
potrebbero venirmi dei pensieri,
piu' dolci del vino che bevi
piu' chiari delle tue risposte


Ma sui fotoromanzi
le storie finiscono sempre bene
e forse anche il tuo uomo
ritornera' gentile


Stasera l'aria e' fresca
potrebbero venirmi dei pensieri,
piu' dolci del vino che bevi
piu' chiari delle tue risposte

 

 

Renato Zero – Pionieri

Io ritorno indietro a ieri

ai piaceri ai miei dolori

io rinasco volentieri

io non resto qua’

non voglio la carita’

Una capanna lungo il fiume

cacciatore se avro’ fame

dalla terra generosa

se sapro’ aspettare

nascera’ una rosa

E’ vero

su quel veliero

in mezzo al mare naufragavo

E’ vero

Per un morso di serpente

sarei morto

E’ vero

che soffrivo

per il caldo e il gelo

E’ vero

che ogni volta che fallivo

mi si apriva il cuore

che barattavo le mie pelli

per un po’ d’amore

Amore

Una montagna da violare

l’amore

Tu lo sai

perche’ mai

ho tradito il mio coraggio

perche’ poi

mi rassegno cosi’

L’automobile va

costa sangue

ormai il petrolio

e la fabbrica chissa’

se riaprira’

Lascero’

il posto mio

a chi dorme

e non si sveglia

a chi cieco

si accetta com’e’

Lasciami provare

Se mi posso riscattare

Lascia che tramonti il sole

Lascia pure la vendetta

a chi vendetta vuole

Agli ingordi una vetrina

A chi geme una latrina

Al condannato un altro giorno

E chi avra’ pagato

fuori dall’inferno

Vieni via

pure tu

prima che sia troppo tardi

altrimenti ti perdi

chissa’

Lascia che tocchino il fondo

che si litighino il mondo

casomai

ritroveremo Noe’

Porta il cane tuo fedele

un po’ di riso

due candele

porta il sogno piu’ ardito che hai

Quando il cielo scoppiera’

Noi saremo gia’ lontani

 

L’Arcobaleno - Adriano Celentano

Io son partito poi cosi d'improvviso
che non ho avuto il tempo di salutare
istante breve ma ancora piu breve
se c'e una luce che trafigge il tuo cuore

L'arcobaleno e il mio messaggio d'amore
puo darsi un giorno ti riesca a toccare
con i colori si puo cancellare
il piu avvilente e desolante squallore

Son diventato sai il tramonto di sera
e parlo come le foglie d'aprile
e vivro dentro ad ogni voce sincera
e con gli uccelli vivo il canto sottile
e il mio discorso piu bello e piu denso
esprime con il silenzio il suo senso

Io quante cose non avevo capito
che sono chiare come stelle cadenti
e devo dirti che e un piacere infinito
portare queste mie valige pesanti



Mi manchi tanto amico caro davvero
e tante cose son rimaste da dire
ascolta sempre e solo musica vera
e cerca sempre se puoi di capire

Son diventato sai il tramonto di sera
e parlo come le foglie d'aprile
e vivro dentro ad ogni voce sincera
e con gli uccelli vivo il canto sottile
e il mio discorso piu bello e piu denso
esprime con il silenzio il suo senso

Mi manchi tanto amico caro davvero
e tante cose son rimaste da dire
ascolta sempre e solo musica vera
e cerca sempre se puoi di capire
ascolta sempre e solo musica vera
e cerca sempre se puoi di capire
ascolta sempre e solo musica vera
e cerca sempre se puoi di capire

Parole di burro – Carmen Consoli

Narciso parole di burro
si sciolgono sotto l'alito della passione
Narciso trasparenza e mistero
cospargimi di olio alle mandorle e vanità modellami…

Raccontami le storie che ami inventare spaventami
raccontami le nuove esaltanti vittorie
Conquistami inventami
dammi un'altra identità
stordiscimi disarmami e infine colpisci
abbracciami ed ubriacami
di ironia e sensualità

Narciso parole di burro
nascondono proverbiale egoismo nelle intenzioni
Narciso sublime apparenza
ricoprimi di eleganti premure e sontuosità ispirami.

Raccontami le storie che ami inventare spaventami
raccontami le nuove esaltanti vittorie
Conquistami inventami
dammi un'altra identità
stordiscimi disarmami e infine colpisci
abbracciami ed ubriacami
di ironia e sensualità
abbracciami ed ubriacami di ironia e sensualità

Conquistami

 
 

Dean Martin & Frank Sinatra - that's amore

In Napoli where love is King, when boy meets girl, here's what they say)

When the moon hits your eye like a big-a pizza pie

That's amore

When the world seems to shine like you've had too much wine

That's amore

Bells'll ring ting-a-ling-a-ling, ting-a-ling-a-ling

And you'll sing \"Vita bella\"

Hearts'll play tippi-tippi-tay, tippi-tippi-tay

 

Like a gay tarantella

When the stars make you drool joost-a like pasta fazool

That's amore

When you dance down the street with a cloud at your feet, you're in love

When you walk in a dream but you know you're not dreamin', signore

'scusa me, but you see, back in old Napoli, that's amore

 

 
 
Tutto bene?
Il nostro re incontro una delusione?
 
Rientro pesante. Tanto, troppo lavoro, sono stanchissima, trafelata e incazzata, come faccio a occuparmi sempre di tutto? Mi metterei a piangere.
Scusa, vorrei trovare un po' di calma per risponderti come mi piacerebbe, invece do sempre la precedenza a ciò che viene remunerato.
Abbi pazienza, ci riuscirò prima o poi.
 
Aspettando pazientemente, raccolgo dalle mie letture e ti offro con tutto l'affetto di cui sono capace.
tuo

L’esordio ironico e sorprendente di Alberto Bracci Testasecca, che imbarca i suoi personaggi su un infernale Roma-Genova, fino a farli approdare in un Eden dimenticato, inesistente. Di Ugo Leonzio su "Unità" del 17 gennaio 2008

Prima di suggerirvi la lettura di un racconto molto ben scritto e pieno d’ironia di Alberto Bracci Testasecca Il treno devo partire da un altro libro, Un po’ di compassione di Rosa Luxemburg (Adelphi, biblioteca minima, euro 5,50) che contiene uno dei racconti più potenti e tragicamente perfetti mai scritti, Le vittime del grande ventre cittadino diJoseph Roth. So che questo non piace agli autori che nelle loro recensioni si parli di altri libri, ma è proprio dei libri, della loro nascita, del loro destino e della loro morte che si dovrebbe parlare perché entrando nelle librerie ormai stracolme di volumi e volumetti colorati, austeri o frivoli con tutte le ventraglie in vista come in una pizzicheria ebraica di me de Rosier, si ha proprio l’impressione che debbano sparire come noi.

Si, i libri sono come noi, come i vitelli portati al macello descritti da Roth e da Rosa Luxemburg, animali, esseri che con i loro occhi e i loro ultimi sguardi stupiti ci offrono l’indiscreta facoltà di piangere per quello che sentiamo e vediamo durante la lettura. Così i nostri occhi, come i loro, diventano preziosi. Altrettanto preziosi e rari sono i libri che riescono ad ospitare queste esperienze facendole scivolare nei meandri più disadorni del cuore per rianimano con la loro divina pazienza. Pensateci, i libri ospitano di tutto e mantengono la loro misteriosa eleganza a dispetto della triviale idiozia dei loro autori. Borges aveva ragione, i libri sono molto di più di quello che contengono...

Per questo pochi li comprano, troppo intenti a divorare il contenuto del nulla. Se vi sembra che questo c’entri poco con il treno di Alberto Bracci Testasecca, vi sbagliate. Prima di tutto perché è un libro che in questo momento è in attesa di conoscere il proprio destino sui banchi illuminati di una libreria, poi perché Il treno ha una vita autonoma del tutto diversa da quella del suo autore e i libri amano che si parli proprio di quella loro vita nascosta e breve.

Poi, perché questa storia, che ha un andamento ironico e distaccato un po’ alla Thstram Shandy, di Lawrence Steme, finisce con l’amarezza di una cioccolata extra bitter. Anche questo piace ai libri. C’è qualcosa di meglio che succhiare un cioccolatino mentre si legge?

Infine c’è un treno e il treno anche se non è certo quello di Agatha Christie o di Patricia Highsmith ma un infernale Roma- Genova che prima resta bloccato in mezzo alla campagna, e poi abbandona i viaggiatori, è pur sempre una delle dimensioni preferite dai libri per sognare, uccidere o scomparire.

Vi piace comprare libri, vero? Altrimenti non mettereste il naso su questa pagina. Ma come li comprate, non perché ma come?

Sarebbe interessante sapere perché la stragrande maggioranza dei volumi sdraiati sui banchi sono ignoti a tutti, scrittori, editori, librai, critici e lettori.

La loro fama striscia, esplode e si contorce senza che nessuno li abbia ma aperti. Restano famosi per anni finché, improvvisamente, muoiono... Succede ai vincitori de Premio Nobel, bastano pochi mesi, a volte poche settimane perché nessuno ne ricordi più il loro nome. Questa ‘è la prima morte.

I libri sono troppi, mandrie transumanti da depositi oscuri verso una scintillante vetrina, un banco di offerte speciali, angoli dove non sempre si spolvera, supermercati, bottegoni, edicole, bugicattoli, le orribili fiere, bancarelle. Romanzi, saggi, poesie, guide. La maggior parte consuma la breve vita di nascosto, di notte, chiaccherando come prossimi condannati a morte per macero con quasi tutti i loro compagni. Cosa si diranno, durante la notte, danno scaffale all’altro?

Quello che si dicono i vitelli, i maiali, le galline, i tacchini quando, su Tir pieni di buio, viaggiano come il vento per strade e autostrade diretti al macello, respirando magari l’ultima pioggia o l’aria fragrante del mattino.

Se ci fosse uno scrittore che avesse la potenza e la sublime perizia diJoseph Roth quando racconta in Le vittime del grande ventre cittadino il viaggio dei vitelli verso il mattatoio, l’arrivo mansueto, la biada, l’ultima, il gelido massacro, la morte e il dopo morte con una compassione minuziosa, e volesse applicarla ai libri, anche loro potrebbero svelare la loro drammatica carriera.

Scelti da un editore, pubblicati, inviati sui banchi di una libreria Feltrinelli, esposti per qualche tempo allo sguardo dei possibili clienti, a volte sfogliati e poi posati insieme agli altri. Alla fine tolti dimezzo e inviati insiti improbabili, polverosi, le copertine sbiadite, le pagine con le orecchie. Ormai senza più selve o deserti, stipati come animali da cortile in enormi contenitori di leccornie usa e getta i libri marciano verso la loro seconda morte. Distrutti, riciclati come sacchetti della spesa o rotoloni di carta igienica alla camomilla.

Non assomigliano a noi, al destino che ci aspetta, un po’ ironico, magari cattivo, il più delle volte indifferente? Per questo li amiamo e non possiamo dimenticarli.

Comprare un libro è come adottare un cucciolo condannato alla gabbia di un canile. Come un cucciolo, vi sarà sempre grato e fedele. Ma come sceglierlo? Un metodo c’è, evitate i grandi editori, i grandi nomi, i volumi grassi, obesi e le grandi tirature. L’editoria, oggi, è fatta dagli editori che curano i loro libri come esseri preziosi e cagionevoli, che possono ammalarsi facilmente. Editori preziosi come Minimum Fax, Nottetempo, e/o, Sellerio, Isbn, la nascitura e raffinata Gea Isgrò di casa a Palermo ecc...

Li troverete negli angoli meno in vista delle grosse librerie e faranno di tutto per piacervi, per catturare i vostri occhi e la vostra attenzione. I piccoli libri e i piccoli editori sono sempre molto, molto seducenti.

Non so in quale angolo scoprirete il treno di Alberto Bracci Testasecca ma scopritelo, lasciatevi andare con lui al lento vagabondare di una confessione indiretta, distribuita sui vari personaggi che imbarca su un treno, mescola, altera, confonde fino a farli approdare in un Eden dimenticato dove per un attimo tornano al punto felice, irripetibile della loro vita. Questo punto, però, è collocato al passato, quindi non esiste. L’utopia ritrovata mostra solo l’Impossibilità dei suoi personaggi ad uscire dall’inferno quotidiano dove ciascuno si è abilmente rinchiuso.

Tutto qui? No. Se volete scoprire il talento di questo autore leggete per prima l’ultima pagina, "ringraziamenti". Vi incanterà.

Alberto Bracci Testasecca "il treno" pagine 170 euro 15,00

Foto di Ksenja Roppoport protagonista de "la sconosciuta" di Tornatore che trovo ti assomigli molto (almeno nella mia testa)

 

 
dato che non so rinunciare a sognare ... anche quando ti sento agitata e con la musica è facile abbracciarsi
 
La comunicazione tra noi è interrotta. Per me rimane un spazio per riflettere e tenere viva la memoria.
Allora ho steso un angolo dove poter far correre i miei pensieri su di te.

Un luogo dove trovarmi e forse ri-trovarti

 
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Continuerò i miei pensieri sciolti, mi auguro con i tuoi commenti
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"xyz" <x.y.z@email.it> alle 10/02/2008 12.46.54

Questa ricevuta serve come verifica che il messaggio é stato visualizzato sul computer del destinatario alle 10/02/2008 15.03.03
FINE????????